Il rilancio del marchio Alfa Romeo a livello globale è stato guidato dalla nuova Giulia. Questa vettura offre diverse motorizzazioni, tra cui il moderno 2.2 turbo diesel (Multijet II), un propulsore a quattro cilindri di 2.143 cm³, che sprigiona diversi step di performance già in configurazione stock: dai 136 ai 210 CV. Interamente realizzato in alluminio, è decisamente leggero e, grazie all’accoppiamento con la piattaforma Giorgio, garantisce un eccellente bilanciamento per una guida fluida e sportiva.

Altre caratteristiche degne di nota di questo propulsore includono un’efficienza termica superiore, che assicura un +10% di potenza rispetto ai motori diesel precedenti, e un -8% nei consumi di carburante.

Sulla Giulia, berlina di medie dimensioni dal carattere sportivo, questa è una delle motorizzazioni più comuni, rappresentando una scelta vantaggiosa grazie ai consumi ridotti e a un buon compromesso tra sportività e piacere di guida.

La Case History di oggi è dedicata alla motorizzazione meno performante, che in configurazione stock sulla Giulia eroga 136 CV e 450 Nm. È fondamentale però riconoscere che, nonostante la potenza di partenza sia relativamente bassa, il cambio ZF a otto rapporti e la cubatura del motore le rendono giustizia, con un valore di coppia decisamente più ricco. Per i più esperti, ciò è un segnale chiaro che indica come gli step di performance di questo motore siano gestiti principalmente a livello elettronico. Scopriamo il contributo di ECM Titanium.